Dall’era VUCA al mondo FLUX.
Volatile, incerto, complesso e ambiguo sono le caratteristiche del contesto attuale che abbiamo imparato a conoscere da due decenni.
Coniato nel 1985 dagli economisti Warren Bennis e Burt Nanus nel libro Leaders: The Strategies for Taking Charge, il termine VUCA è stato successivamente adottato nel contesto militare statunitense per descrivere il mondo degli anni ’90, post guerra fredda. Ben presto è però diventato un paradigma per descrivere, tout court, il mondo in cui viviamo, applicato anche in ambiti lontani da quelli militari.
A partire dal 2020, quindi con il dilagare della pandemia di Coronavirus, a questo acronimo ha iniziato ad affiancarsene un altro: BANI e cioè Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensibile (fragile, ansioso, non lineare, incomprensibile).
A coniare questo nuovo termine è stato il futurologo Jamais Cascio, che nelle sue riflessioni si è reso conto di quanto volatilità e complessità non fossero più lenti sufficienti per comprendere “situazioni in cui le condizioni non sono semplicemente instabili, ma caotiche. In cui gli esiti non sono semplicemente difficili da prevedere, ma completamente imprevedibili. O, per usare il linguaggio particolare di questi framework, situazioni in cui ciò che accade non è semplicemente ambiguo, ma incomprensibile”.
L’avvento dell’AI “di massa”, – che coincide con il rilascio di ChatGPT nel novembre 2022 – ha segnato l’inizio di una nuova era che richiede nuovi framework di riferimento. A teorizzarne uno, destinato probabilmente ad avere la stessa rilevanza di VUCA, ci ha pensato Timothy Tiryaki, esperto globale nel campo della trasformazione culturale e della leadership.
In un post su Linkedin Tiryaki ha scritto che “stiamo entrando in un’era in cui il cambiamento non è più solo volatile, ma costante e cumulativo. L’incertezza non è più solo qualcosa da anticipare, ma è incorporata nel tessuto stesso del processo decisionale basato sull’IA. La complessità ha assunto nuove dimensioni con la capacità dell’IA di elaborare enormi quantità di dati, e l’ambiguità si è evoluta in territori inesplorati dove i framework tradizionali non sono più applicabili”.
Da qui la nascita del nuovo termine: FLUX. In questo articolo spieghiamo cosa significa FLUX, quali sono i pilastri che lo costituiscono e come organizzazioni e aziende possono orientarsi in un mondo FLUX.
Cos’è il modello FLUX
FLUX è un acronimo che sta per Fast (veloce), Liquid (liquido), Uncharted (inesplorato), eXperimental (sperimentale).
Come spiegato dallo stesso Tiryaki, si tratta di un nuovo modello che cattura la velocità, l’adattabilità e la sperimentazione necessarie per prosperare nell’era dell’IA. È un framework progettato per un mondo in cui l’intelligenza artificiale, l’automazione e la trasformazione digitale stanno accelerando in modo imprevedibile, riscrivendo le regole del business e della società e plasmando, come sottolinea anche il World economic forum, il mondo del lavoro.
I pilastri del mondo FLUX
FLUX è un modello teorico che il suo autore dettaglierà in un libro di prossima pubblicazione, Leading with strategies (in uscita nell’autunno 2025). Analizziamo più nello specifico i quattro principi fondamentali del framework, che mira a creare organizzazioni agili, guidate da leader capaci, unite nella loro visione e sempre pronte a esplorare nuove opportunità.
Fast
Nell’era dell’AI il cambiamento non è più episodico, ma continuo, cumulativo e sempre più accelerato. L’intelligenza artificiale, l’automazione e le altre tecnologie emergenti stanno accelerando ogni aspetto: i cicli di innovazione, il time-to-market e anche il processo decisionale. In questa era i leader aziendali devono essere veloci e muoversi con agilità, abbracciando l’adattamento in tempo reale come competenza fondamentale.
Liquid
La liquidità era stata già introdotta dal sociologo Zygmunt Bauman per descrivere la precarietà esistenziale di una società globalizzata, con la smaterializzazione dei legami e la perdita di riferimenti stabili.
Nel suo framework, Tiryaki si concentra però sulla fluidità organizzativa e la trasforma in una competenza chiave per le organizzazioni. La liquidità, potremmo dire, non è subìta, ma agita.
Nel passaggio da strutture rigide a ecosistemi fluidi, la collaborazione, l’agilità e l’adattabilità definiscono il successo.
In un’epoca in cui i confini tradizionali si stanno dissolvendo, i settori industriali si stanno fondendo, i modelli di business e operativi si stanno evolvendo e i vecchi silos aziendali si stanno abbattendo, la liquidità diventa per organizzazioni e aziende una competenza attiva, la capacità di ridefinirsi rapidamente.
Stringere partnership cross-settoriali (come ad esempio case automobilistiche che collaborano con startup AI), riorganizzare i team in base alle esigenze con un modello “a geometria variabile”, utilizzarepiattaforme cloud per condividere competenze in tempo reale sono esempi concreti di come trasformare la volatilità esterna in vantaggio.
Uncharted
Nell’era dell’AI non ci sono mappe da consultare con sicurezza: ci sono nuove cartine da “generare”. Tiryaki sottolinea come le organizzazioni stiano entrando in territori sconosciuti, dove i dati passati potrebbero non predire il futuro e i modelli di business tradizionali potrebbero non essere più applicabili. In questo mondo la sperimentazione strategica e la pianificazione di scenari alternativi diventano essenziali, la mappatura diventa dinamica.
eXperimental
L’AI e le tecnologie emergenti richiedono una mentalità adattiva, fatta di test iterativi e apprendimento. Affrontare questo livello di complessità richiede una pianificazione non lineare e probabilistica combinata con la capacità di una rapida sperimentazione e un’alta agilità di apprendimento. Il progresso non consiste nel trovare la risposta perfetta, ma nello sperimentare, imparare e adattarsi velocemente.
FLUX, modello operativo per affrontare le difficoltà di un contesto in trasformazione
Il modello FLUX è strettamente collegato al concetto di VUCA, che assieme ad altri modelli interpretativi (come il già citato BANI) resta una possibile lente per leggere il presente. È stato lo stesso Tiryaki a chiarire il rapporto tra questi concetti: “Mentre VUCA identifica le difficoltà dell’ambiente in cambiamento, FLUX apporta una mentalità operativa su come affrontarlo”.
Potremmo dire che VUCA e BANI forniscono una diagnosi per la situazione attuale e ne identificano i problemi. Ma identificare il problema non è sufficiente: servono “terapie” efficaci, modi e metodi per affrontare la situazione.
Il framework FLUX rappresenta il passaggio dal semplice sopravvivere al cambiamento all’attiva navigazione e formazione del futuro.
Una possibile interpretazione del modello FLUX
Spetta alle singole organizzazioni applicare alla loro realtà il modello FLUX, trovando punti di contatto con le proprie specificità. Tra le possibili interpretazioni segnaliamo quanto sta sperimentando la design company Logotel, attiva da oltre 30 anni nel business della trasformazione.
Per affrontare le disruption ormai continue e il cambiamento cumulativo e accelerato di cui parla Tiryaki, la design company ha coniato nel 2025 un nuovo termine: Tryler, frutto di una crasi tra try e trailer.
Svelato durante il kickoff aziendale, tryler racchiude la capacità di immaginare il futuro mettendosi in azione nell’immediato. Ogni persona all’interno di Logotel deve aspirare ad essere un tryler: una persona che esplora, prova e si sforza di migliorare, che va avanti testando, costruendo e perfezionando costantemente soluzioni in tempo reale.
La design company, che offre servizi in ambito design e communication, change e learning, digital solutions e progetta e anima da oltre 20 anni business community per aziende di varie industry, ha provato a immaginare come cambieranno le proprie esperienze di apprendimento, come evolverà l’engagement delle proprie community e quale forma darà alle esperienze in futuro. Anticipazioni di futuro che presuppongono il mettersi in azione, fin da subito.
Riflessioni conclusive
Il framework FLUX di Timothy Tiryaki rappresenta un cambio di paradigma fondamentale: non più solo diagnosi della complessità, ma azione trasformativa. Nell’era dell’intelligenza artificiale, dove il cambiamento è esponenziale e i territori sono inesplorati, FLUX offre alle aziende e alle organizzazioni una bussola strategica per orientarsi.
Le aziende che sapranno abbracciare velocità, fluidità organizzativa e sperimentazione continua non si limiteranno a sopravvivere al cambiamento, ma diventeranno esse stesse agenti di trasformazione. Il futuro, secondo Tiryaki, appartiene a chi sa trasformare l’incertezza in opportunità, facendo del cambiamento non un ostacolo da superare, ma una risorsa da plasmare attivamente.