Il design italiano si conferma un’eccellenza a livello internazionale, anche se il settore cresce a ritmi meno sostenuti rispetto agli anni passati.
È uno degli insight che emerge dal rapporto Design Economy 2025 della Fondazione Symbola, che ogni anno fotografa lo stato di salute del settore e indaga sulle sue possibili evoluzioni.
In un’epoca di profondi cambiamenti, anche il design vive un momento di transizione tra l’adozione di nuove tecnologie, l’ascesa di nuove professioni e l’evoluzione del panorama formativo.
In questo articolo raccontiamo i principali insight emersi dal rapporto Design economy 2025: il valore economico del comparto, le evoluzioni della domanda e delle professioni, i cambiamenti in ambito formativo e la crescente integrazione dell’AI nelle design company.
Il design italiano: la fotografia del rapporto Symbola
Symbola è una fondazione che promuove e aggrega le qualità italiane. Ogni anno, insieme al suoi partner tra cui figura anche la design company Logotel, Symbola cura ricerche, eventi e progetti che raccontano aziende e istituzioni che puntano su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio.
Tra i vari report curati dalla Fondazione, Design economy, pubblicata dal 2017 con cadenza annuale, analizza il ruolo del design nelle imprese, nella società e nelle politiche pubbliche, evidenziandone l’impatto economico e culturale.
L’edizione di quest’anno, realizzata in collaborazione con Deloitte Private, POLI.design e ADI Associazione per il Disegno Industriale e presentata alla vigilia della Milano Design week, evidenzia la leadership dell’Italia nel settore a livello europeo.
Il design italiano è primo per fatturato (19,8% del totale UE, pari a 6,3 miliardi di euro) e numero di addetti (19,8%), davanti a Germania e Francia. Si segnala però un rallentamento rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda il fatturato (cresciuto del 4,6%) e dell’occupazione (aumentata del 5,2%), entrambi dati poco sotto la media UE (+5,5% e +5,4%).
“La leadership italiana nel design – ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del made in Italy, come dimostra il Salone del Mobile di Milano, e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Il design è strategico anche per sviluppare una nuova generazione di prodotti che nel segno della bellezza rispondano ai dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità”.
Quante sono le imprese del design in Italia?
In Italia operano 46mila operatori tra imprese, liberi professionisti e autonomi, che hanno generato un valore aggiunto pari a 3,2 miliardi, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Il design dà lavoro a 63.485 mila persone, in lieve aumento rispetto al 2024.
La Lombardia si conferma la regione italiana con la maggiore concentrazione di imprese: circa 14 mila, un terzo del totale. E Milano conferma il titolo di “capitale del design”: nel solo capoluogo lombardo viene generato il 18,6% del valore aggiunto dell’intero settore, pari a 604 milioni di euro.
Le aree di specializzazione delle design company
Quando si parla di design si fa riferimento a un universo eterogeneo che comprende diverse specializzazioni.
Le aziende che operano nell’area Communication, che è quella prevalente, si occupano di grafica, art direction, pubblicità e marketing, editoria, videomaking, motion graphics, fotografia, illustrazione, social media content creation e data visualization.
Vi sono poi le imprese specializzate in Project Services, cioè attività di modellazione analogica e digitale, prototipazione, engineering & testing, e quelle specializzate in Product Design, probabilmente l’aspetto più noto del design, anche per i non addetti ai lavori.
L’ambito di specializzazione Interior and Space Design include la progettazione di spazi pubblici e privati, fisici e ibridi, inclusi interior design, exhibit design, allestimenti, mapping e installazioni.
Chi opera in prevalenza nel campo del Digital and Interaction Design è specializzato in user interface, web design, app design, VR, AR, game design, human-computer interaction, ambient intelligence, wearable computing, IoT, AI e prompt design.
Altre aziende sono specializzate nell’ambito della ricerca legata al design, che ha per focus la definizione di scenari e la comprensione di fenomeni. Un altro ambito di specializzazione riguarda il Brand Design, che include la strategia di sviluppo di un marchio e il posizionamento. Infine, vi sono aziende specializzate nel service design: è una quota più piccola che comprende imprese che progettano soluzioni prevalentemente intangibili che offrono accesso a specifiche prestazioni per determinati target.
Cresce la domanda di design nel settore sanitario
Il design trova applicazione in molteplici settori, contribuendo alla competitività delle imprese e all’innovazione. Grazie alle sue metodologie e ai suoi strumenti, il design è un ponte che costruisce relazioni tra nuove tecnologie e società, sostenibilità e competitività, salute e persone.
I settori trainanti per quanto riguarda la domanda di servizi di design sono il turismo e la ristorazione (25,9%), l’arredamento (24,2%), e la moda (17,7%).
Ma il report Design economy 2025 registra anche il crescente interesse per il design da parte del settore healthcare (9,4%), interesse destinato a salire ulteriormente nei prossimi tre anni.
In ambito medicale e farmaceutico, il design consente di progettare soluzioni costruite attorno alle persone, con lo specifico obiettivo di aumentare positivamente l’esperienza del paziente.
Le principali applicazioni del design in ambito healthcare riguardano la progettazione di dispositivi medici ergonomici e interfacce intuitive per il monitoraggio della salute e la creazione di ambienti ospedalieri studiati per ridurre lo stress del personale medico e dei pazienti.
Ciò trova riscontro nel fatto che le principali aree di intervento del design nel settore healthcare siano:
- il design di prodotto per quel che riguardaapparecchiature, ausili e attrezzature per diagnosi, cura e assistenza, ricerca e sviluppo di materiali innovativi, progettazione del packaging farmaceutico e di interfacce fisico-digitali e prodotti digitali come app e piattaforme;
- il design dei servizi, per supportare l’esperienza del paziente in tutte le fasi del percorso sanitario, dalla prenotazione alla dimissione
- il design degli ambienti, che riguarda la progettazione di spazi e arredi per garantire sicurezza, accessibilità, privacy e comfort delle persone.
L’AI è sempre più integrata nel design
Tra i numerosi insight presenti all’interno di quest’anno, di particolare rilevanza è il tema dell’integrazione dell’intelligenza artificiale all’interno del settore del design.
Il report evidenzia come l’80% degli operatori intervistati utilizzi strumenti di AI, con una differenza sostanziale tra imprese (dove la percentuale di adozione raggiunge l’88,9%) e liberi professioni (53,5%). Il 35,9% di chi utilizza l’AI lo fa in maniera ampia e trasversale, mentre il 43% limita l’uso dell’intelligenza artificiale ad alcuni specifici processi produttivi.
Il principale vantaggio riconosciuto dagli utilizzatori all’AI è, nella maggior parte dei casi, la riduzione dei tempi di sviluppo e progettazione.
Altri vantaggi dell’integrazione dell’AI nelle design company sono la minimizzazione degli errori, il supporto al processo creativo, la facilitazione di dinamiche di collaborazione virtuale, la maggiore efficienza e la maggiore personalizzazione di prodotti, servizi ed esperienze.
L’integrazione tra design e intelligenza artificiale è destinata ad aumentare nel prossimo futuro. Per il 91,7% degli intervistati, nei prossimi tre anni l’AI sarà sempre più diffusa e presente nella progettazione e per l’85,5% degli operatori gli strumenti di AI si integreranno sempre più rispetto alle competenze legate al design.
L’ascesa di nuove figure professionali nel design
La dinamicità del settore del design in Italia emerge anche dall’ascesa di nuove figure professionali e dall’evoluzione del sistema formativo.
“Mentre la formazione sul design cambia e un pezzo di questa s’innesta su tradizioni produttive locale, il mercato del lavoro inizia a chiedere figure di designer iperspecializzate su ambiti dove il design manipola tecnologie e/o mette al centro dell’azione progettuale grandi sfide collettive come quella ambientale”, è il commento di Cabirio Cautela, presidente POLI.Design.
Tra le figure ritenute in maggiore ascesa da parte degli intervistati ci sono i prompt designer e i designer for AI, professionisti che posseggono le competenze specifiche per dialogare con tecnologie di AI generativa come ChatGPT o Midjourney, fornendo input chiari (prompt) per creare nuovi concept.
Il report evidenzia però anche la crescente importanza di altre figure professionali tra cui:
- il Digital content strategist, che concepisce e utilizza strategie visual e contenuti per massimizzare il coinvolgimento di utenti e stakeholders;
- l’Experience designer, che progetta esperienze immersive a 360° collegate a prodotti fisici, digitali e in Realtà Virtuale;
- il Material designer che si occupa dello sviluppo di materiali innovativi e sostenibili e della loro applicazione a prodotti e spazi attraverso un approccio centrato sull’utente;
- il Design engineer, che integra le conoscenze tipiche del design con quelle dell’ingegneria meccanica e dei materiali;
- l’Information designer, specializzato nella visualizzazione e nello storytelling di dati complessi;
- il Design and digital fabrication specialist, che applica la conoscenza di processi di manifattura legati al digitale a diversi settori e processi produttivi di piccola scala;
- il Designer per l’accessibilità e l’inclusione, specializzato nel progettare soluzioni che rimuovano sia barriere legate a disabilità fisiche, mentali, temporanee o permanenti sia nello sviluppare esperienze ottimali e appaganti per ogni genere, cultura o popolazione;
- lo Strategic urban designer, figura specializzata nel progettare gli spazi urbani e pubblici puntando a rafforzare le relazioni tra le persone e gli spazi;
- i Biodesigner, che lavorano integrando elementi biologici come alghe, batteri, funghi nel progetto di materiali e prodotti.
L’evoluzione dell’offerta formativa nel design
La varietà di nuove figure professionali in ascesa è emblematica della dinamicità del sistema formativo del design in Italia. L’offerta di percorsi di studio e specializzazione è in continua evoluzione e si sta adattando alle esigenze di un mercato sempre più dinamico e diversificato.
Nell’anno accademico 2023/2024 il numero di corsi accreditati e attivati in discipline del design è aumentato del 9% rispetto all’anno precedente. In totale sono stati 371, offerti da 97 istituti tra Università, istituti autorizzati a rilasciare titoli AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica), Accademie di Belle Arti, Accademie legalmente riconosciute e ISIA (Istituti superiori per le industrie artistiche).
Tra i nuovi corsi attivati, il report segnala quelli orientati ai temi della sostenibilità ambientale e sociale, come “Design per l’innovazione sostenibile” dell’Università degli studi di Firenze, “Product Design Sostenibile” dell’Accademia di Belle Arti di Perugia e “Design per la Comunità” all’Università degli Studi di Napoli – Federico II.
In conclusione
Il report Design Economy 2025 della Fondazione Symbola conferma la leadership italiana del settore in Europa, pur in un momento di rallentamento rispetto agli anni precedenti.
Con 46.000 operatori, un valore aggiunto di 3,2 miliardi e oltre 63.000 addetti, il design italiano si conferma un’eccellenza del Made in Italy e un fattore strategico di competitività.
La crescente integrazione dell’intelligenza artificiale nelle design company, l’emergere di nuove professionalità e la diversificazione della domanda da parte di nuovi settori come l’healthcare, evidenziano come il comparto attraversi una profonda trasformazione.