AI e skill del futuro: la flessibilità come chiave per adattarsi ai cambiamenti

Sviluppare una mentalità flessibile, capace di adattarsi ai cambiamenti è fondamentale in un’epoca in cui l’AI e l’AI generativa stanno trasformando il mondo del lavoro e ridisegnando la mappa delle competenze che servono a persone e organizzazioni.

L’avvento e la rapida evoluzione dell’intelligenza artificiale e dell’intelligenza artificiale generativa stanno ridisegnando la mappa delle competenze necessarie per governare queste tecnologie, sempre più diffuse e utilizzate nel mondo del lavoro, così come nella vita quotidiana.

Il Work Trend Index 2024 di Microsoft e LinkedIn fornisce a riguardo alcuni dati emblematici. La percentuale di lavoratori della conoscenza che utilizza già oggi l’AI generativa è pari al 75%, e il 46% di questi ha iniziato a usarla nel corso del 2024.

 Se da un lato, come affermano gli utilizzatori, l’AI li aiuta a risparmiare tempo, a concentrarsi sui task più importanti e ad essere più creativi, dall’altro questa tecnologia sta accelerando ancora di più la velocità con cui le competenze cambiano: si prevede infatti che a livello globale le skill cambieranno del 50% entro il 2030, e che l’AI generativa accelererà questo cambiamento.   

In questo contesto in veloce trasformazione, la flessibilità emerge come una skill fondamentale, oggi e nel futuro, per potersi adattare ai cambiamenti e saper cogliere le opportunità che l’AI generativa può offrire. In questo articolo spieghiamo cosa significa avere un mindset flessibile e la sua importanza per individui e organizzazioni per navigare nelle trasformazioni in corso senza naufragare.

Le skill del futuro legate all’AI secondo il World economic forum

Uno degli studi più autorevoli sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro è il The future of job report del World economic forum. L’edizione 2023 – la più recente al momento disponibile –, sottolinea lo stretto legame tra AI e reskilling, dal momento che il 44% delle core skill dei lavoratori sono destinate a cambiare nei prossimi 5 anni (un dato in linea con il Work trend index).

Il Future of job report si sofferma poi sulle 10 skill più richieste dall’attuale mercato del lavoro e su come questo elenco cambierà nei prossimi cinque anni. Nei primi posti di questa classifica sono presenti non solo skill legate ad abilità o conoscenze tecniche, ma competenze cognitive quali pensiero analitico e creativo, che servono per risolvere problemi complessi sul lavoro, e attitudini socio-emotive come flessibilità, motivazione e autoconsapevolezza, curiosità e apprendimento continuo, empatia.

Queste competenze e attitudini sono giudicate fondamentali non solo dai lavoratori, ma anche dai datori di lavoro. Nei prossimi cinque anni, stando al report del Wef, aumenterà l’importanza di skill legate all’intelligenza artificiale, ai Big Data e all’alfabetizzazione tecnologica. Ma nella classifica delle 10 skill più importanti nei prossimi anni secondo le imprese, come riportato nell’immagine di seguito, continueranno a esserci caratteristiche quali il pensiero analitico e creativo e la flessibilità.

L’essenzialità delle human skill nell’era dell’AI è evidenziata anche dal report Augmented work for an automated, AI-driven world di IBM, che sottolinea come tra le competenze più critiche richieste ai dipendenti ci sia la disponibilità ad essere flessibili, agili, adattabili al cambiamento.

L’importanza di un mindset flessibile

Concentriamoci allora sulla flessibilità e cerchiamo di capire cosa significa sviluppare un mindset flessibile. In psicologia il mindset è descritto come un modo di pensare e di orientarsi al mondo che modella il modo in cui percepiamo, sentiamo e agiamo. La flessibilità è associata a un tipo di mindset definito digital mindset, la cui importanza è stata sottolineata da più studi soprattutto in relazione alla capacità di governare e affrontare con efficacia la trasformazione digitale.

Digital mindset

Il digital mindset, secondo un articolo dell’Harvard Business review, “è un insieme di atteggiamenti e comportamenti che abilitano le persone e le organizzazioni a vedere come i dati, gli algoritmi e l’intelligenza artificiale aprano nuove possibilità e a tracciare un percorso di successo in un panorama di business sempre più dominato da tecnologie intelligenti e alta intensità di dati”.

Il digital mindset riguarda quindi come le giuste tecnologie, implementate al momento giusto, cambiano il modo di pensare di persone e organizzazioni. È una capacità di adattamento costante a una trasformazione, quella digitale, che non finirà, come mostrano anche le continue evoluzioni dei sistemi di intelligenza artificiale generativa. Ecco perché il digital mindset va coltivato: è un’attitudine in divenire, si nutre di curiosità per le innovazioni, proattività e adattamento continuo.

Growth mindset

Il digital mindset è strettamente collegato al growth mindset, definito e studiato da Carol Dweck, docente e psicologa presso la Stanford University. Dweck definisce il growth mindset come la “mentalità tipica di una persona che sa di poter coltivare le sue qualità di base attraverso un mix di impegno, strategia e aiuto da parte degli altri”, una mentalità propensa al miglioramento e alla crescita costanti. Per Dweck, infatti, “cervello e talento da soli non portano automaticamente a risultati brillanti, ma occorre lavorare sulle proprie convinzioni e sul proprio atteggiamento verso il lavoro, l’apprendimento, la vita”.

Il digital mindset richiede un approccio di growth mindset per essere efficacemente implementato. In un mondo dove la tecnologia evolve rapidamente, avere un growth mindset significa essere pronti a imparare nuove competenze digitali, imparare a usare nuovi tool, adattarsi ai cambiamenti e accettare le sfide che l’avvento dell’intelligenza artificiale e dell’AI generativa porta con sé.

Growth mindset vs. Fixed mindset

Chi riesce ad affrontare i cambiamenti e le trasformazioni in corso con una mentalità flessibile, adottando un digital e growth mindset, è in grado di accogliere le sfide, crede di poter sviluppare i propri talenti, crede nell’apprendimento e nella crescita continui e non si lascia abbattere dai fallimenti, ma li utilizza come lezioni da imparare per i successi futuri.

All’opposto di questo atteggiamento ci sono le persone con un fixed mindset, cioè con una mentalità statica che considera l’intelligenza e le abilità come un qualcosa di fisso e porta ad attaccarsi costantemente a ciò che è familiare e sicuro, per evitare situazioni di incertezza.

Come aziende e organizzazioni possono aiutare a coltivare un mindset flessibile

Se la flessibilità è una delle caratteristiche fondamentali per governare i grandi cambiamenti – tecnologici e non solo –, aziende e organizzazioni dovrebbero cercare di incoraggiare e favorire lo sviluppo di una mentalità flessibile nelle loro persone. Possiamo isolare alcune strategie generiche per promuovere una cultura del growth mindset, tutte strettamente interrelate:

  • investire nella formazione e nello sviluppo continuo delle proprie persone, permettendo loro di acquisire nuove abilità e conoscenze e incoraggiando l’attitudine all’apprendimento permanente e la sperimentazione di nuovi approcci;
  • favorire la libertà di sperimentare e sbagliare. Si parla di cultura dell’errore per definire un approccio in cui gli errori vengono visti come opportunità di crescita e miglioramento. Creare un ambiente di lavoro in cui i dipendenti si sentono liberi di provare cose nuove, senza timore di essere puniti per eventuali errori, è la base per incoraggiare le persone ad assumersi la responsabilità del rischio cercando di sperimentare nuove strade e soluzioni per la risoluzione di problemi o lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o processi;
  • promuovere una cultura dell’innovazione. Incoraggiare l’adozione di nuove tecnologie, in questo caso garantire un’efficace AI adoption, favorire l’esplorazione di soluzioni innovative e la condivisione di idee creative, ricompensando l’intraprendenza e la propensione al cambiamento delle proprie persone, sono tutte strategie che creano l’humus giusto per un growth mindset;
  • fornire feedback costruttivi, regolari e orientati al miglioramento anziché solo ai risultati fa sentire più ascoltati e coinvolti i dipendenti. È utile sottolineare i progressi e gli sforzi compiuti, anziché il semplice talento;  
  • creare un ambiente di lavoro collaborativo: favorire il lavoro di squadra e la condivisione delle conoscenze consente di stimolare l’apprendimento reciproco e la crescita professionale delle persone e del patrimonio di conoscenze dell’organizzazione;
  • coinvolgere i dipendenti nel processo decisionale: dare ai dipendenti la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni aziendali, valorizzando il loro contributo e il loro senso di responsabilità è un’ulteriore strategia che incentiva un growth mindset.  

Conclusioni

L’AI e l’AI generativa hanno accelerato in maniera esponenziale la trasformazione digitale già in atto da anni, producendo impatti la cui reale portata si potrà scoprire probabilmente solo in futuro. Di certo, queste tecnologie stanno facendo evolvere rapidamente il mondo del lavoro e in particolare impattano sulle skill necessarie per essere al passo con i tempi e governare i cambiamenti, senza subirli. Tra queste skill, è fondamentale sviluppare una mentalità flessibile che sia aperta all’apprendimento continuo, alla sperimentazione e all’adattamento ai rapidi mutamenti. Questo richiede impegno personale, ma anche il sostegno di un contesto aziendale che incoraggi la crescita, l’adoption efficace delle nuove tecnologie e l’innovazione.