AI e design, sempre più integrati: applicazioni principali e vantaggi

Il rapporto Design Economy 2025 della Fondazione Symbola rivela come l’AI si stia integrando sempre di più nel settore del design, trasformando i processi creativi, accelerando l’innovazione e creando nuove figure professionali.

L’80% delle aziende italiane attive nel settore del design utilizza strumenti di intelligenza artificiale.

Il dato, contenuto nel rapporto Design Economy 2025 della Fondazione Symbola, evidenzia come l’adozione e l’integrazione dell’AI sia divenuta ormai una leva strategica per stimolare l’innovazione in un settore che è, da sempre, un ponte tra le evoluzioni tecnologiche e i bisogni di persone e comunità.    

Anche nell’ambito del design, così come in ogni altro settore, l’AI ha dato inizio a profonde trasformazioni ridefinendo metodologie, strumenti e persino la natura stessa della professione, con la comparsa di nuove figure professionali.

In questo articolo, partendo dagli insight emersi dal rapporto Design economy 2025, ci soffermiamo su come le aziende che operano nel campo del design stanno integrando l’AI, quali sono i vantaggi di questa integrazioni e quali le prospettive e le sfide future.

Il design italiano: la fotografia del rapporto Symbola

Prima di addentrarci nel rapporto tra design e AI, vediamo brevemente qual è lo stato di salute del settore emerso dal rapporto di Symbola, fondazione che promuove e aggrega le qualità italiane. Ogni anno Fondazione Symbola cura insieme ai suo partner ricerche, eventi e progetti che raccontano aziende e istituzioni che puntano su innovazione e sviluppo, bellezza e creatività, capitale umano e territorio.

Tra i vari report curati dalla Fondazione, Design economy, pubblicata dal 2017 con cadenza annuale, analizza il ruolo del design nelle imprese, nella società e nelle politiche pubbliche, evidenziandone l’impatto economico e culturale.

L’edizione di quest’anno, realizzata in collaborazione con Deloitte Private, POLI.design e ADI Associazione per il Disegno Industriale e presentata alla vigilia della Milano Design week, evidenzia la leadership dell’Italia nel settore a livello europeo.

Il design italiano è primo per fatturato (19,8% del totale UE, pari a 6,3 miliardi di euro) e numero di addetti (19,8%), davanti a Germania e Francia. Si segnala però un rallentamento rispetto agli anni precedenti per quanto riguarda il fatturato (cresciuto del 4,6%) e dell’occupazione (aumentata del 5,2%), entrambi dati poco sotto la media UE (+5,5% e +5,4%).

“La leadership italiana nel design – ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola – conferma il suo ruolo importante come infrastruttura immateriale del made in Italy, come dimostra il Salone del Mobile di Milano, e protagonista nella sfida della sostenibilità. Nel pieno di una transizione verde e digitale il design è chiamato nuovamente a dare forma, senso e bellezza al futuro. Il design è strategico anche per sviluppare una nuova generazione di prodotti che nel segno della bellezza rispondano ai dettami dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità”.

Quante sono le imprese del design in Italia?

In Italia operano 46mila operatori tra imprese, liberi professionisti e autonomi, che hanno generato un valore aggiunto pari a 3,2 miliardi, in aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Il design dà lavoro a 63.485 mila persone, in lieve aumento rispetto al 2024.

La Lombardia si conferma la regione italiana con la maggiore concentrazione di imprese: circa 14 mila, un terzo del totale. E Milano conferma il titolo di “capitale del design”: nel solo capoluogo lombardo viene generato il 18,6% del valore aggiunto dell’intero settore, pari a 604 milioni di euro.   

La diffusione dell’AI nel design italiano: i dati aggiornati

Tra i numerosi insight presenti all’interno di quest’anno, di particolare rilevanza è il tema dell’integrazione dell’intelligenza artificiale all’interno del settore del design.

Per l’indagine sono stati intervistati complessivamente 351 operatori tra imprese e progettisti, suddivisi tra i seguenti ambiti:

  • 49% Communication: quest’area di specializzazione include grafica, art direction, pubblicità e marketing, editoria, videomaking, motion graphics, fotografia, illustrazione, social media content creation e data visualization.
  • 16,8% Project Services: riguarda attività di modellazione analogica e digitale, prototipazione, engineering&testing e modellistica per la moda.
  • 8,8% Product Design: riguarda artefatti materiali per diversi usi, realizzati con processi industriali o tecnologie produttive digitali.
  • 8% Interior and Space Design: include la progettazione di spazi pubblici e privati, fisici e ibridi, inclusi interior design, exhibit design, allestimenti, mapping e installazioni)
  • 6,3% Digital and Interaction Design: include user interface, web design, app design, VR, AR, game design, human-computer interaction, ambient intelligence, wearable computing, IoT, AI e prompt design.
  • 5,1% Ricerca legata al design: il focus è soprattutto sulla definizione di scenari e comprensione di fenomeni.
  • 5,1% Brand Design: riguardante la strategia di sviluppo di un marchio e il posizionamento.
  • 0,9% Service Design: riguarda la progettazione di soluzioni prevalentemente intangibili che offrono accesso a specifiche prestazioni per determinati target.

Il report Design economy 2025 evidenzia come l’80% degli operatori intervistati utilizzi strumenti di AI, con una differenza sostanziale tra imprese (dove la percentuale di adozione raggiunge l’88,9%) e liberi professionisti (53,5%). Il 35,9% di chi utilizza l’AI lo fa in maniera ampia e trasversale, mentre il 43% limita l’uso dell’intelligenza artificiale ad alcuni specifici processi produttivi.

Rispetto al precedente report, cala drasticamente la percentuale di chi non utilizza per niente l’AI: è il 6,8% (era il 21% nella precedente rilevazione). È il segno evidente di come l’adozione dell’AI stia diventando sempre più un requisito fondamentale per rimanere competitivi nel settore.

Quali sono i vantaggi dell’AI per il design

Tra coloro che utilizzano l’AI nel campo del design, la maggior parte (72,2%) lo fa perché riconosce a queste tecnologie il vantaggio principale di accelerare i processi di progettazione, grazie ad esempio a strumenti come la progettazione generativa che riducono i tempi di sviluppo.

Tra gli altri vantaggi riconosciuti seguono la minimizzazione degli errori (riconosciuto come vantaggio prevalente per il 42,5% degli intervistati) e il supporto al processo creativo (indicato come vantaggio principale dal 38,2% degli operatori del design). Integrare l’AI nei propri flussi creativi ha migliorato il processo di raccolta ed elaborazione di input e ha fornito nuovi stimoli al processo di ideazione.

Per un quarto degli operatori il vantaggio principale dell’AI è di facilitare la collaborazione virtuale in team allargati, grazie a funzionalità come la traduzione automatica e il brainstorming assistito.

Sempre un quarto circa degli operatori individua invece la maggiore efficienza come vantaggio principale dell’integrazione dell’AI.

Il 20% degli intervistati sottolinea come l’AI abbia il vantaggio di consentire una maggiore personalizzazione dei prodotti, dei servizi e delle esperienze offerte grazie all’adattamento automatico di contenuti, immagini o interfacce sulla base delle preferenze delle persone, alla modellazione 3D o alla customizzazione.

L’assistenza decisionale e il miglioramento delle attività di selezione del personale sono invece ancora poco riconosciuti come vantaggi derivanti dall’utilizzo dell’AI.

AI e design: prospettive ed evoluzioni future

La fotografia scattata dal report Design economy 2025 mostra come l’integrazione tra AI e design sia già un realtà foriera di vantaggi.

A ulteriore conferma di questo sentiment positivo nei confronti di queste nuove tecnologie, l’82,9% degli intervistati ritiene che l’AI rappresenti un alleato per le attività di progettazione. Il 75,2% degli operatori pensa inoltre che l’integrazione tra designer e AI possa generare valore aggiunto per clienti e utilizzatori finali.

Proiettando uno sguardo al futuro, per il 91,7% degli intervistati nei prossimi tre anni l’intelligenza artificiale sarà sempre più diffusa e presente nella progettazione. Per l’85,5% degli operatori, gli strumenti di AI si integreranno sempre più rispetto alle competenze legate al design, che è indicato anche come un elemento in grado di accelerare e facilitare l’adozione di soluzioni di AI nelle aziende.

Un punto fondamentale e che ricorda come la relazione tra AI e design sia bidirezionale: l’intelligenza artificiale “migliora” la progettazione, ma il design con le sue metodologie e i suoi strumenti ha un ruolo chiave nel far sì che l’AI venga utilizzata efficacemente e generi valore.

Nuove figure professionali

Uno dei fenomeni che mostra come l’integrazione tra AI e design sia già profonda è la nascita e la progressiva diffusione di nuove figure professionali. Tra quelle ritenute in maggiore ascesa da parte degli intervistati ci sono i prompt designer e i designer for AI, professionisti che posseggono le competenze specifiche per dialogare con tecnologie di AI generativa come ChatGPT o Midjourney, fornendo input chiari (prompt) per creare nuovi concept.

Integrazione tra AI e design company: un caso pratico

Per capire nel concreto come l’AI si stia integrando nei processi delle design company può essere utile analizzare un caso pratico. In Logotel, azienda che è partner della Fondazione Symbola e ha contribuito al report Design economy, l’integrazione dell’intelligenza artificiale parte da una visione comune e trasversale a tutte le aree aziendali: l’AI non è vista solo come uno strumento, ma come un partner e un acceleratore per generare valore e migliorare le esperienze delle persone e delle comunità.

“La chiave di lettura che ci contraddistingue come Logotel, l’approccio People & Community driven, vede innanzitutto nel design un ruolo di facilitatore dell’adoption nelle organizzazioni, uno dei key learning della ricerca in cui ritrovo grande assonanza”, afferma Alice Manzoni, Executive Director Design di Logotel.

Riguardo il modo in cui l’AI viene utilizzata nei progetti dell’area Service design & communication, Alice prosegue: “L’AI è un elemento sempre più integrato nella progettazione nelle diverse fasi perché supporta la creatività, l’interpretazione delle informazioni e accelera la prototipazione di idee, oltre ad essere in molti progetti un ‘nuovo materiale’ estremamente modellabile che plasma soluzioni e servizi”.

In conclusione

L’integrazione dell’intelligenza artificiale nel design italiano rappresenta un’opportunità strategica per mantenere la leadership del settore a livello europeo, certificata anche dal report Design economy 2025 della Fondazione Symbola.

La capacità di sfruttare tutte le potenzialità offerte da queste nuove tecnologie, sia in termini di maggiore produttività ed efficienza, sia di personalizzazione di prodotti, servizi ed esperienze, è una leva fondamentale da utilizzare per accelerare l’innovazione nel settore.

La percentuale elevata di imprese del design che già oggi utilizzano l’AI dimostra come la gran parte delle design company abbiano intuito le opportunità che queste tecnologie offrono.

A fare la differenza sarà però il tipo di approccio all’AI adoption, ricordando quanto diceva già nel lontano 1983 Steve Jobs: “La tecnologia ha bisogno del design per diventare umana”. Nell’era dell’AI, questo compito è certamente arduo, ma fondamentale.