AI adoption, PMI italiane in ritardo: strategie e approcci per colmare il gap

Una ricerca dell’Osservatorio AI del Politecnico di Milano evidenzia un significativo gap nell’adozione dell’intelligenza artificiale tra grandi imprese e PMI italiane. Colmare questo divario diventa essenziale per rimanere competitivi.

Nel 2024 il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia ha raggiunto quota 1,2 miliardi di euro. È un trend in crescita: l’incremento rispetto all’anno precedente è stato del 58%.

Eppure, l’approccio all’AI da parte delle aziende italiane sembra essere a due velocità: mentre la maggior parte delle grandi aziende ha già dei progetti attivi in ambito AI, solo il 7% delle piccole imprese e il 15% delle medie imprese hanno avviato iniziative concrete.

Questi dati, forniti dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, evidenziano l’esistenza di un gap sull’AI adoption tra le grandi imprese e le PMI italiane.

Queste ultime, se non adottano strategie di AI efficaci nel breve periodo, rischiano di rimanere escluse dai benefici e dalle potenzialità trasformative promesse dall’intelligenza artificiale, perdendo competitività.

In questo articolo riassumiamo i punti principali della ricerca dell’Osservatorio del Polimi, soffermandoci su come le PMI possono ridurre i gap in termini di AI adoption.  

Il mercato dell’AI in Italia: una panoramica aggiornata

La ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, presentata nel corso del convegno dal titolo Artificial Intelligence, e questo è solo l’inizio, è la fotografia più aggiornata sull’AI adoption in Italia.

Rispetto agli altri 7 Paesi europei analizzati nel report (Austria, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Regno Unito e Spagna), le grandi imprese italiane sono più indietro rispetto ai progetti attivi (presenti nel 59% delle imprese contro una media europea del 69%) e a quelli valutati (81% contro una media dell’89%). Ma sono al secondo posto per quanto riguarda i progetti già a regime, presenti nel 25% delle aziende che già utilizzano l’AI.  

La situazione cambia se si considera l’intelligenza artificiale generativa (Gen AI), un campo in cui sta sperimentando il 65% delle grandi aziende attive nell’AI.

L’Italia è infatti ai primi posti nell’utilizzo di strumenti di Gen AI pronti all’uso: il 53% delle grandi aziende ha acquistato licenze dei tool più diffusi, soprattutto ChatGPT o Microsoft Copilot, superando Francia, Germania e Regno Unito.

AI e PMI: il gap nell’adozione

La fotografia scattata dall’Osservatorio del Politecnico di Milano mostra un contrasto evidente tra grandi imprese e PMI nell’adozione dell’AI.

Progetti in ambito AI sono attivi nel 59% delle grandi aziende, nel 15% delle medie e del 7% nelle piccole imprese. Un dato che evidenzia un ritardo significativo in innovazione delle PMI, che rappresentano la spina dorsale dell’economia italiana.

La ricerca del Politecnico individua come principale causa di questo ritardo un’immaturità nella gestione dei dati. Ma anche le limitate risorse finanziarie per investimenti in tecnologia, la scarsa comprensione delle potenzialità dell’AI e la mancanza di competenze interne specializzate sono ostacoli all’adozione dell’AI nelle piccole e medie imprese.

Strategie per colmare il gap

Nonostante questo evidente gap, dalla ricerca emergono anche segnali incoraggianti: il 58% delle PMI mostra interesse verso l’intelligenza artificiale, stimolato dall’attenzione mediatica e dalla crescente disponibilità di soluzioni low-cost.

L’8% delle PMI ha inoltre iniziato a sperimentare strumenti di Generative AI pronti all’uso, dimostrando una prima apertura verso queste tecnologie.

Proprio l’adozione di strumenti di Gen AI pronti all’uso è un primo passo per le PMI che vogliano adottare l’intelligenza artificiale generativa in modo accessibile e a basso rischio.

Un altro passo riguarda la creazione di un contesto che definisca linee guida per l’utilizzo dell’AI, in maniera da evitare fenomeni come lo shadow AI (cioè utilizzare di nascosto strumenti e applicazioni di AI non autorizzati all’interno di un’organizzazione) o regolamentare il fenomeno del BYOAI (Bring your own AI, cioè utilizzare in maniera manifesta, oltre ai tool di intelligenza artificiale consentiti, anche altri strumenti con cui si ha dimestichezza).      

Il vero passo da compiere per un’adozione efficace dell’intelligenza artificiale è però sviluppare un mindset generativo, cioè una mentalità orientata alla creazione di qualcosa di nuovo.

Per incentivare questo cambio di mindset all’interno della propria azienda o organizzazione può aiutare l’adozione di un approccio concreto, che faccia toccare con mano, alle aziende e alle loro persone, come gli strumenti di AI possano davvero migliorare la produttività e in generale l’esperienza lavorativa delle persone.     

Perché le PMI dovrebbero velocizzare l’AI adoption

Un dato, più di ogni altro, dovrebbe spingere anche le PMI ad accelerare l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale: è quello legato all’effettivo aumento di produttività riscontrato dalle grandi aziende che stanno utilizzando questi strumenti.

Secondo la ricerca dell’Osservatorio del Polimi, il 39% delle grandi imprese che utilizzano i tool di Gen AI ha riscontrato un effettivo aumento della produttività. La percentuale potrebbe anche aumentare: un ulteriore 48%, infatti, non ha ancora valutato in modo quantitativo gli impatti generati dalla Gen AI sul proprio operato.

Questo dato mostra come l’intelligenza artificiale generativa non sia più un hype o una mera promessa: le tecnologie generative stanno già rivoluzionando il modo in cui lavoriamo e creiamo valore, aprendo nuove prospettive per le aziende che decidono di adottarla, qualsiasi sia l’industry di appartenenza.

Rimanere indietro significa perdere competitività. Ma per adottare l’AI in maniera efficace, coinvolgendo attivamente le persone in azienda, fornendo loro le giuste conoscenze e aiutandole a sviluppare un mindset generativo per guardare con fiducia al futuro, serve il giusto approccio.

AI adoption, un case study: l’approccio pratico in Logotel

Un caso concreto che mostra come sia possibile adottare con efficacia tool di AI generativa già disponibili nei sistemi aziendali, e quindi a basso costo, è il laboratorio dAI dAI dAI, progettato dalla design company Logotel.

dAI dAI dAI è un laboratorio pratico per l’uso di tool di AI generativa sicuri e già disponibili, come la suite Microsoft 365 (Bing/Copilot). Un modo concreto e coinvolgente per imparare a conoscere la tecnologia e a utilizzarla nella quotidianità, potenziando le capacità cognitive, la creatività e l’efficacia del lavoro delle persone e migliorando l’efficienza e la produttività delle organizzazioni.  

Conclusioni e prospettive future

Dalla fotografia più aggiornata sull’AI adoption in Italia, scattata dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, emerge un gap significativo tra grandi imprese e PMI.

Questo divario rappresenta una sfida cruciale per la competitività del sistema Italia. La buona notizia è che esistono percorsi graduali, efficaci e sostenibili per l’introduzione dell’AI nelle piccole e medie imprese.

La chiave sta nell’adottare un approccio pratico, partendo da soluzioni già presenti negli ecosistemi aziendali, sicure e a basso budget, che facciano percepire concretamente alle aziende e alle loro persone i benefici e le potenzialità dell’AI e della Gen AI per il lavoro quotidiano.

Le PMI che sapranno cogliere questa sfida potranno beneficiare di un mercato in forte espansione e non rimanere indietro in termini di competitività.