AI adoption: a che punto siamo in Italia e come accelerarla

L’AI adoption è un processo centrale per il futuro delle imprese e del Paese. Una panoramica aggiornata per capire qual è l’attuale livello di adozione dell’intelligenza artificiale e quali sono le barriere ancora da superare.

L’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) è un tema centrale per il futuro economico e tecnologico del Paese. 

Nel contesto europeo, l’Italia mostra un interesse sempre più crescente verso le applicazioni dell’AI – e in particolare dell’AI generativa –, ma resta ancora indietro rispetto ad altre nazioni per la diffusione di questa tecnologia nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche. Dati recenti confermano come, nonostante gli investimenti in aumento e una strategia nazionale delineata, ci siano ancora infatti sfide significative in termini di competenze, infrastrutture e regolamentazione.

Ma allora a che punto siamo realmente con l’AI adoption in Italia e come possiamo accelerarla in quanto sistema Paese? Questo articolo esplora lo stato attuale dell’adozione dell’AI in Italia, i principali ostacoli da superare e le strategie e azioni concrete necessarie per accelerare questo processo.

Lo stato dell’adozione dell’AI in Italia: dati e ostacoli principali

Uno dei report più recenti che fotografa a che punto è l’AI adoption in Italia è lo studio Italy AI Barometer realizzato da EY, i cui risultati sono stati diffusi a settembre 2024. 

Lo studio, che ha coinvolto oltre 4700 manager di 9 Paesi europei, di cui 528 professionisti di imprese italiane in diversi settori, indaga aspettative e sfide future nei prossimi 12 mesi. Per quanto riguarda l’Italia, il 24% delle persone che hanno risposto al report afferma che l’AI sta già influenzando il loro lavoro, mentre il 46% prevede un incremento dell’impatto delle applicazioni AI nel business nei prossimi 3 anni. 

Sebbene questo studio ponga l’Italia tra i primi Paesi europei per tasso di adoption, per avere una fotografia più completa è bene considerare anche altri report che si soffermano sulle barriere ancora esistenti che rallentano l’adozione delle tecnologie di intelligenza artificiale. 

Secondo il rapporto dell’Osservatorio Permanente sull’Intelligenza Artificiale del 2024, ad esempio, oltre il 65% delle aziende italiane segnala la mancanza di un’infrastruttura tecnologica adeguata come uno dei principali ostacoli all’adozione dell’AI. 

Questo dato è accompagnato da un deficit di competenze: molte aziende, soprattutto le piccole e medie imprese (PMI), non dispongono del personale qualificato per implementare soluzioni di AI in modo efficace. 

Questo limita la capacità di esplorare soluzioni di intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza dei processi aziendali o per innovare l’offerta di prodotti e servizi.

Le aziende che hanno iniziato a investire in AI spesso affrontano sfide nella definizione di una strategia coerente che integri l’intelligenza artificiale in tutte le aree aziendali. Secondo l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), molte aziende devono ancora sviluppare una roadmap chiara e definire i settori prioritari per l’adozione dell’AI, siano essi la customer experience, l’ottimizzazione dei processi o la creazione di nuovi modelli di business.

La strategia italiana per l’intelligenza artificiale: una roadmap per la crescita

Per superare questi ostacoli, il governo italiano ha adottato quest’anno una Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026, un piano che punta a creare un ecosistema favorevole all’AI attraverso azioni su più livelli: formazione, supporto alle imprese, sviluppo di infrastrutture e un quadro regolatorio adeguato. 

Questa strategia si articola in quattro aree principali.

Ricerca e sviluppo: la strategia prevede investimenti significativi nella ricerca scientifica e nell’innovazione. Il Comitato nazionale, che include esperti di spicco del settore, mira a stimolare collaborazioni tra università e imprese per sviluppare tecnologie AI avanzate. Tra gli obiettivi vi è anche la progettazione di modelli di linguaggio specifici per il contesto italiano, che possano rispondere alle particolarità linguistiche e culturali del nostro Paese.

Imprese: per facilitare l’adozione dell’AI nelle PMI, cuore del tessuto industriale italiano, la strategia nazionale include incentivi e finanziamenti per progetti che puntano a innovare e digitalizzare le attività aziendali. Un fondo nazionale è stato istituito per sostenere economicamente le PMI e favorire lo sviluppo di competenze digitali attraverso corsi di formazione e certificazioni di competenze in ambito AI. Questo supporto finanziario, accompagnato da incentivi fiscali, mira a ridurre il divario tecnologico che limita il potenziale di molte PMI italiane.

Formazione: un altro obiettivo della strategia è garantire la disponibilità di competenze adeguate per il mercato del lavoro. La mancanza di figure professionali qualificate è un problema noto e la strategia mira a colmare questa lacuna attraverso iniziative di reskilling e upskilling per i lavoratori. Questo significa non solo formare nuovi specialisti in AI, ma anche aggiornare le competenze di chi già lavora nel settore, permettendo alle aziende di gestire la transizione verso un utilizzo più integrato e diffuso delle tecnologie AI.

Pubblica amministrazione: infine, la strategia sottolinea l’importanza di una PA più digitalizzata e connessa. L’obiettivo è semplificare i processi amministrativi, migliorare l’efficienza e ridurre i tempi di risposta al cittadino attraverso l’uso dell’AI. Inoltre, si promuove una maggiore interoperabilità dei dati tra le diverse istituzioni, favorendo un uso più intelligente delle risorse pubbliche e migliorando i servizi erogati ai cittadini.

Infrastrutture e dataset: i pilastri per un ecosistema di AI efficace

Uno degli aspetti più innovativi della Strategia italiana per l’intelligenza artificiale è la creazione di un registro nazionale dei dataset, costruito su principi di trasparenza e affidabilità etica. 

Questo registro, che sarà accessibile a tutte le aziende italiane, permetterà di condividere dati e modelli in un ambiente sicuro, accelerando lo sviluppo di soluzioni AI innovative e favorendo una crescita sostenibile e inclusiva.

Per sostenere l’incremento del traffico dati generato dalle applicazioni di intelligenza artificiale, la strategia prevede anche investimenti in reti intelligenti e soluzioni interoperabili, che consentano una gestione efficiente delle infrastrutture di rete. 

Questi investimenti sono essenziali per creare un ecosistema in cui le applicazioni di AI possano proliferare, riducendo i costi per le aziende e migliorando la competitività a livello internazionale.

Cosa può fare l’Italia per accelerare l’adozione dell’AI?

Nonostante le iniziative in corso, l’Italia deve ancora affrontare diversi ostacoli per accelerare l’adozione dell’AI. Un primo passo fondamentale è aumentare la consapevolezza sulle potenzialità dell’AI – in particolar modo l’AI generativa – tra le imprese, in particolare nelle PMI. 

Eventi di sensibilizzazione e programmi di formazione su larga scala sono necessari per convincere i dirigenti delle aziende che l’AI non è solo una tecnologia all’avanguardia, ma uno strumento pratico per migliorare la produttività e aprire nuove opportunità di business.

In questo senso può rivelarsi determinante un approccio all’AI adoption pratico, basato sulle tecnologie che molte aziende hanno già a disposizione (ad esempio la suite M365 di Microsoft) e sull’integrazione delle potenzialità e dei tool AI con i task che le persone eseguono nel loro quotidiano lavorativo.

È l’approccio utilizzato dall’Independent design company Logotel, che ha sviluppato laboratori pratici in cui condividere con aziende di ogni dimensione e industry il proprio know-how sull’intelligenza artificiale generativa e soprattutto sui percorsi di adoption di questa tecnologia.  

Oltre ad aumentare la consapevolezza delle imprese sull’importanza dell’AI, è infine cruciale stabilire una collaborazione più stretta tra il settore pubblico e quello privato per lo sviluppo di infrastrutture adeguate e la creazione di uno spazio condiviso per i dati. Solo una rete di collaborazione solida e orientata alla crescita potrà facilitare la scalabilità delle applicazioni di AI e la creazione di progetti di innovazione che generino valore per tutta la società.

In conclusione

L’Italia ha intrapreso un percorso ambizioso per promuovere l’adozione dell’AI e, grazie alla Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026, dispone di una base solida per accelerare il processo. 

Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’AI, è necessario che tutti gli attori del settore collaborino attivamente, adottando un approccio che metta in primo piano la formazione, l’infrastruttura e il supporto alle imprese. Se ben gestita, questa transizione può rappresentare una spinta decisiva per la competitività del Paese, rendendola un punto di riferimento in Europa per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico.